Blues Caravan 2024

I Blues Caravans di Tomas Ruf sono in corso da quasi 20 anni, dal primo con Sue Foley, Candye Kane e Ana Popovic. Per lui è un modo utile per presentare nuovi artisti alla sua etichetta e nel corso degli anni ha introdotto artisti del calibro di Dani Wilde, Aynsley Lister, Ian Parker, Joanne Shaw Taylor e molti altri.

Questa versione segue il formato degli anni precedenti. Katarina Pejak ha appena pubblicato il suo secondo album su Ruf, mentre Johanson e Greene hanno entrambi pubblicato il loro debutto.
Ai tre musicisti viene data l’opportunità di un breve set da solisti e i tre si uniscono all’inizio e alla fine dello spettacolo.

La sezione ritmica per tutte le tracce è la batterista Christin Neddens e il bassista Tomek Germann.

Ho trovato affascinante sentire tre suoni molto diversi che si uniscono per creare un suono potente e molto familiare. Il CD si apre con tutti loro che suonano “Come On In My Kitchen” di Robert Johnson e ha un suono molto Allman Brothers. Tutti e tre cantano e fanno assoli ed è anche molto allegro.

Katarina Pejak è una pianista e tastierista, molto nella vena della cantautrice e ha un suono molto più soft rispetto alle altre due, che sono entrambe chitarriste e suonano una forma più dura di Blues. A parte tre belle canzoni sue, suona una versione molto diversa di “Money” dei Floyd, leggermente jazzata e la sua voce e il suo piano elettrico la portano in un posto diverso.
Eric Johanson è un musicista molto più pesante, chiaramente istruito nel senso del groove di New Orleans ma sposato con un vero stile di chitarra livewire. “Undertow” è potente e suona come una grande traccia dal vivo, mentre “Galaxy Girl” ha un’atmosfera più oscura e funky.
Alastair Greene è ancora più pesante. Cresciuto in California, era il chitarrista in tour di Alan Parsons. C’è un tocco sfacciato nella sua voce e il suo stile mi ricorda George Thorogood. “Am I To Blame?” è una grande piattaforma per i suoi fuochi d’artificio di chitarra, mentre “Rusty Dagger” è molto più sottile e limitata.

Si riuniscono per “I Walk On Gilded Splinters” di Dr John, che è bella, anche se non creano il miasma e l’atmosfera di altre versioni.

Tutto sommato, un ascolto molto piacevole e un buon esempio della Blues Caravan.