Sean Taylor è un cantautore, uno straordinario, e anche un musicista poliedrico. Le sue canzoni parlano di ciò che vede, e vede le realtà della vita ovunque vada.

Questa ultima raccolta di canzoni spazia da argomenti diversi come “Berlino”, l’apertura dell’album e una canzone d’amore per una città che trova eccitante, elettrica e vibrante, o “DWP” sulle difficoltà di avere a che fare con il Dipartimento del lavoro e delle pensioni come musicista autonomo, a “Invitation”, una canzone d’amore sul “perché” dell’attrazione piuttosto che solo sull’atto dell’amore.

E così tanto altro: Taylor vede e lo scrive, e lo vede con un’aria di simpatia per gli oppressi e per gli oppressi.

Eppure, non è necessariamente cupo e deprimente. Ha una voce dolce e un tono premuroso, ti invita a simpatizzare con le vittime che vede.

Musicalmente, attraversa confini e generi con facilità: “DWP” è una ballata per pianoforte, mentre “Mary Jane” ha un ritmo folk e un bellissimo mandolino come protagonista. “Way Down In Enniscorthy” è una canzone boogie-woogie in lode di una città nel Wexford, famosa per i suoi festival Blues.

Trovo che più ascolto una canzone di Sean Taylor, più mi immergo nei suoi testi intelligenti, ma c’è così tanto anche nel modo in cui suona: è un’esperienza di apprendimento costante e un piacere semplicemente ascoltarlo.