Reason Enough

Il vox-agit-popper dei Crows James Cox ha dichiarato che il terzo album “Reason Enough” incarna e trasuda l’essenza del quartetto come “fare la stessa cosa, ma molto meglio. Questo è Crows in alta definizione”.

Che sia il risultato di un cambio di spazio (registrare nel Gloucestershire invece che a Londra) o che abbia a bordo il produttore vincitore del Mercury Prize Andy Savours, che ha collaborato in precedenza con artisti del calibro di Black Country, New Road e My Bloody Valentine, è difficile non essere d’accordo con questa proclamazione.

Slow burners, (il cui primo singolo è stato pubblicato nel 2011) L’album di debutto del 2019 “Silver Tongues” ha annunciato in modo riff-raffish il gruppo (Cox, Steve Goddard alla chitarra, Jith Amarasinghe al basso e il batterista Sam Lister) come una proposta post-punk clangorosa piena di segnali sommersi e polemiche in faccia.

Il seguito del 2022 “Beware Believers” è arrivato come una sottile continuazione di bordi aggressivi e di prepotenza vettoriale. Il numero tre mostra una diversa, diffidente lucentezza con un trattato ancora più forense sulla vita “moderna”. Le trasmissioni di Cox sono appesantite da più potere di sguardo minaccioso e conforto autoconfessionale, colpendoti dove “davvero” fa male. Meno in faccia, più nel cuore e nelle viscere.

Il pezzo forte è “Bored”, 139 secondi di duratura noia esistenziale, vuoto quotidiano aggravato da tecnonanismo, modifica delle telecomunicazioni e vacuo evasione. Il laconico strascico di Cox è aumentato da un primo freneticismo che suona alla Pixies. Da archiviare insieme a “Boredom” dei Buzzcocks e “I’m bored” di Iggy Pop nella posta in gioco “catturare lo shitegeist”.

“È meglio?” è una supplica e una risposta alla capacità dell’Universo di offrire soluzioni. “Visions of me” continua con enigmi e dilemmi filosofici (“Ho bisogno di una pausa da ‘questa’ realtà”) vengono lanciati all’esterno in modo interrogativo con le risposte necessarie che appaiono magicamente all’interno. La salvezza è là fuori, se solo chiedi.

Lo spettacolo permanentemente deprimente di malversazioni politiche, corruzione, potere e bugie informa il necrologio per l’Inghilterra nella “Terra della rosa” che fa da battistrada. Una calunnia simbolica di diritti radicati che l’elettorato si aspettava di ingoiare sarebbe una cosa del passato con un cambio di guardia e scenario. Non c’è futuro nei sogni dell’Inghilterra, in effetti.

Un altro punto chiave dell’attuale impresa di Crows *ehm* è l’evoluzione e lo sviluppo nell’opera d’arte. Variazioni aeree di un sogno, progressioni psichedeliche e Masonica ed esoterismo visivamente monocromatici, tutti da decodificare: gli occhi onniveggenti di Horus che emettono ed esprimono goccioline di una proprietà sconosciuta, scale a chiocciola, pavimenti a scacchi e candelabri, serpenti e scale, lucchetto e chiave, una rosa, alcuni dadi, Cristo e lune crescenti.

Un’ispezione approfondita è una necessità con questi testi. Una ragione sufficiente è una ragione per credere.